La tammurriata nera è un tipo di musica tradizionale della Campania, in Italia. Questa forma di musica popolare, nota anche come “tammurriata”, è stata sviluppata nel XIX secolo e si esegue con strumenti come la chitarra, il tamburo, la fisarmonica e il mandolino.
La tammurriata nera ha origine nei quartieri popolari di Napoli ed è caratterizzata da un ritmo vivace e coinvolgente. Questo tipo di musica è spesso associato alla festa di Piedigrotta, una tradizionale festa popolare che si svolge a Napoli ogni anno. La “tammurriata nera” è ancora molto popolare in Campania e viene eseguita in molte feste e celebrazioni locali.

Chi non ha mai ascoltato le parole di tammurriata nera? Vi sarà sicuramente capitato di essere trascinati dalla frenesia di questa danza “ncopp a tammorre”.
Si, perché sto palando di un brano che è soprattutto una danza, amatissima e venerata dai napoletani: la tammorra. E non c’è migliore occasione di una festa, in una piazza, insomma in mezzo alla gente, per scatenarsi, danzando sulle note di questo ballo e canto. La tammurriata nera, una canzone, che vive perché racconta “il vero”, qualcosa che è realmente accaduto, “un fatto” che ogni napoletano conosce molto bene. Una storia che sicuramente gli hanno raccontato, “nu fatte nir “.
Guarda il video sulla Tammurriata nera.
Dunque, una musica che esorcizza, si fa voce e coro di un popolo che continua a rispecchiarsi e sentire proprie quelle parole. Un popolo che drammatizza come un coro “greco” ma che, allo stesso modo, riesce a sdrammatizzare, ironizzando su stesso e sulle proprie credenze. E si potrebbe quasi affermare con certezza che i napoletani restano i migliori compositori da questo punto di vista. Qui, dove, la musica diventa anche la tua “storia”.
Ma quanti di noi conoscono il vero significato e “chiustu fatte”? Innanzitutto, quella raccontata nella tammurriata nera è una vicenda realmente accaduta. Fu il grandissimo poeta e paroliere Nicolardi a trarne ispirazione ed accordarla ad una nota. Siamo a Napoli, nel 1944, presso l’ Ospedale Loreto Mare di Napoli, reparto maternità e tra tante giovani si resta colpiti da una ragazza. La sua vicenda, in questo periodo è comune a tante e la sua esperienza diventa un filo a cui legare tante altre “vite”. Napoli vive l’occupazione americana, tra le strade e i vicoli di Napoli si rimane affascinati dalla modernità e dalla bellezza di una cultura e di uomini che seppur sembrano tanto lontani e “diversi” si incontrano, si mescolano come un unico colore. E sono soprattutto i soldati a rimanere colpiti dalla bellezza, genuinità e socialità delle nostre donne. Insomma la loro presenza non rimane inosservata, anzi crea scompiglio e perplessità nella società del tempo, che ancora oggi, si ritrova tra i vicoli e “bassi” della Napoli contemporanea. E Nicolardi era lì, in qualità di dirig ente amministrativo dell’Ospedale Loreto di Napoli. Egli racconta, infatti, l’episodio di una ragazza che mette alla luce un bambino di colore, concepito da un soldato americano.
La donna ironizza, si sforza di rigirare continuamente i punti di vista, dando un nome napoletano sempre diverso al nascituro. Ma poi pensa, ritorna in sé e pensa“Seh vota e gira seh, seh gira e vota seh/ ca tu ‘o chiamme Ciccio o ‘Ntuono/ ca tu ‘o chiamme Peppe o Ciro/ chillo ‘o fatto è niro niro, niro niro comm’a cche…”
Si riflette, si ironizza, si danza e si racconta di noi. In realtà non è cambiato molto. Quella ragazza rappresenta un popolo che ancora oggi, nella propria quotidianità affronta il pregiudizio, le contraddizioni e lo sguardo altrui. Ma Napoli non è mai vittima, anzi, proprio come quella donna, rappresenta una città che sa alzarsi e che con una propria ironia, riesce a “comunicare” ed esorcizzare la propria sofferenza.
La“Tammurriata nera” è uno straordinario brano, che narra la storia di chi è nato a metà tra il nostro sud e l’Africa. E’ quindi il nome giusto per una nuova danza e un nuovo ritmo, che nel ballo e nel canto racconta la vicenda di chi non ha mai avuto e non avrà mai una sola patria.
Esiste dunque, un profondo ed antichissimo legame, radicato alle fondamenta di questa città, che unisce a sé paesi e culture diversissime e che le sente entrambe proprie, tra due colori, perché entrambe le ha nel sangue.