
La città di Napoli custodisce un Tesoro dal valore incredibile: il Tesoro di San Gennaro. Questi beni preziosi sono considerati tra i più ricchi al mondo ed il valore ha superato anche la raccolta di gioielli della corona d’Inghilterra e del tesoro degli zar di Russia. Ma a chi appartiene il Tesoro di San Gennaro?
La proprietà del Tesoro di San Gennaro è l’aspetto più particolare che lo rende ancora più unico. Il Tesoro del Santo più amato di Napoli non appartiene alla chiesa come i tesori del Vaticano, non appartiene ad una casa regnante come il tesoro d’Inghilterra, non appartiene allo stato come i tesori del Quirinale. Ma quindi a chi appartiene il Tesoro di San Gennaro? Il tesoro, così come le ampolle contenenti il sangue, appartengono solo ed esclusivamente al popolo napoletano, ad ogni singolo cittadino napoletano, il quale ne è custode e garante e lo conserva intatto da secoli.
Un decreto di Renzi ed Alfano ha messo a dura prova la laicità del tesoro, infatti , il decreto consente l’ingresso della Curia nella scelta dei componenti della Deputazione, composta dai discendenti delle famiglie nobili della città all’ombra del Vesuvio. Un organo storicamente laico che vede il rischio di una modifica della sua natura in religiosa. Il decreto infatti prevede l’ingresso nell’ente di 5 membri indicati da Roma. Per i napoletani è un affronto perché mette a rischio il legame indissolubile tra il santo e la città.

La Deputazione, composta da due rappresentanti per ciascuno dei sei sedili cittadini (cinque dei nobili e uno del popolo) esiste dal 1601: da quando, cioè, eseguendo un voto popolare di settant’anni fa, eresse una cappella in onore del patrono per lo scampato pericolo di un’eruzione del Vesuvio. Al giorno d’oggi, è un unicum giuridico. Il Viminale ha voluto equiparare la Deputazione, che gestisce in assoluta autonomia culto e tesoro del patrono, alle Fabbricerie: enti che, a Firenze, Milano, Siena e Orvieto, si occupano sotto la vigilanza dello Stato dei beni di luoghi sacri e sono composti anche da rappresentanti ecclesiastici.
La mobilitazione del popolo contro questo decreto è stata tanta, si sono susseguiti flash Mob, protese e manifestazioni.
Ed alla fine il popolo napoletano ha vinto!
La cappella di San Gennaro è rimasta laica: sarà modificato il decreto firmato a gennaio dal ministro Angelino Alfano. A gestire la cappella resterà la Deputazione, organismo per tradizione laico.