La Regione Campania è ricca di bellezza e cultura e rappresenta l’invidia del mondo intero. Giorni di festa hanno caratterizzato i giorni passati, ch finalmente ha visto riconosciuta la Pizza come Patrimonio dell’Unesco. Con questo riconoscimento, i beni riconosciuti in Campania sono ben 9, ma li conosciamo gli altri 8?
Beh vediamo insieme i beni materiali e immateriali riconosciuti come patrimonio dell’Unesco in Campania, con l’aiuto del sito dell’Unesco e del Sito dei Beni Culturali.
1. Centro storico di Napoli. Anno di iscrizione: 1995
“Già all’epoca di Neapolis, la città fondata dai coloni greci nel 470 a.C., fino alla città di oggi, Napoli ha ricevuto l’impronta delle varie culture apparse via via nel bacino del Mediterraneo ed in Europa, delle quali porta ancora visibile testimonianza. Queste forti influenze, insieme al suo ruolo predominante nella storia, hanno trasformato questa città in un sito unico che conserva, tra l’altro, suggestivi monumenti come la Chiesa di Santa Chiara e Castel Nuovo.”
2. Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata. Anno di iscrizione: 1997

“Il 24 agosto dell’anno 79 d. C., un’eruzione del Vesuvio seppellì le due fiorenti città romane di Pompei ed Ercolano, insieme a tutte le loro ricche abitazioni. Dalla metà del secolo XVIII, man mano queste sono state portate alla luce e rese accessibili al pubblico. La vasta area commerciale della città di Pompei contrasta con i resti più limitati, ma meglio conservati, della città di riposo di Ercolano, mentre le stupende pitture murali di Villa Oplontis di Torre Annunziata rappresentano una testimonianza vivente dell’opulento tenore di vita dei cittadini più ricchi dei primi anni dell’Impero romano.”
3. Il Palazzo Reale del XVIII sec. di Caserta con il parco, l’Acquedotto vanvitelliano e il Complesso di S. Leucio. Anno di iscrizione: 1997

“L’eccezionale complesso monumentale di Caserta, creato da Carlo III di Borbone alla metà del XVIII secolo al fine di rivaleggiare con Versailles e Madrid, è composto da un sontuoso palazzo con il suo parco, i giardini, un’area naturale boschiva, i padiglioni di caccia e un complesso industriale per la produzione della seta. Si tratta di una chiara e concreta espressione del periodo illuminista, ben integrata e non imposta nel proprio contesto ambientale.”
4. Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano con i siti archeologici di Paestum e Velia e la Certosa di Padula. Anno di iscrizione: 1998
“La zona del Cilento rappresenta un paesaggio culturale di qualità eccezionale. Grazie ai suoi santuari ed edifici disseminati lungo le tre catene montane – su un asse est-ovest – , il sito testimonia in modo significativo la sua evoluzione storica, dapprima come via del commercio, quindi come crocevia culturale e politico nel corso della preistoria e del Medioevo. Vera e propria frontiera tra le colonie greche della Magna Grecia e gli indigeni popoli etruschi e lucani, il sito conserva le vestigia di due importanti città classiche: Paestum e Velia.”
5. Costiera Amalfitana. Anno di iscrizione: 1997
“La costiera amalfitana è caratterizzata da un’enorme bellezza fisica ed un’immensa diversità naturale. L’area venne popolata in modo intenso sin dall’inizio del Medioevo. Essa comprende una vasta quantità di cittadine come Amalfi e Ravello che ospitano notevoli capolavori artistici ed architettonici. Le zone agricole testimoniano la capacità di adattamento dei suoi abitanti, che hanno saputo sfruttare al meglio i diversi tipi di terreno, coltivando “a terrazza” i vigneti ed i frutteti (zone inferiori) e praticando la pastorizia (zone superiori).”
6. “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”. Anno di iscrizione: 2011
La serie comprende le più importanti testimonianze monumentali Longobarde esistenti sul territorio italiano, che si situano dal nord al sud della penisola, laddove si estendevano i domini dei più importanti Ducati Longobardi che formarono quella che possiamo definire la prima “nazione” italiana.
Per la Campania la serie comprende la Chiesa di Santa Sofia a Benevento – una delle strutture longobarde più complesse e meglio conservate dell’epoca che, sulle pareti, mostra ancora importanti brani dei cicli pittorici altomedievali, testimonianza più alta della “pittura beneventana” . Si segnala il chiostro che oggi ospita il Museo del Sannio
Riconoscimenti Immateriali e e orali
7. Dieta Mediterranea. Anno di iscrizione 2010.
“L’iscrizione nel 2010 celebra un aspetto della cultura italiana che è parte dell’identità nazionale. La parola dieta – dal greco dìaita – indica lo “stile di vita” formato dai saperi trasmessi attraverso le generazioni e dai modi d’interazione con l’ambiente naturale, il Mediterraneo, dove i frutti del mare e della terra sono da millenni i protagonisti d’ogni giorno”.
8. I Gigli di Nola. Le Macchine dei Santi. Anno di iscrizione 2013
“Rete delle grandi macchine a spalla. “I Gigli”, alti 25 metri trasportati dai cullatori nella domenica successiva al 22 giugno, un omaggio al patrono San Paolino, vescovo di Nola, che nel 431 liberò la città dai visigoti.”
9. L’arte dei pizzaiuoli napoletani. Anno di iscrizione 2017.
“Il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaioli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da palcoscenico durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un’atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale.”