Un attore, un cantante, un trasformista. Peppe Barra è un volto di Napoli che ha fatto e continua a fare la storia dell’arte napoletana. Memorabili le sue interpretazioni di teatro e canzoni create per lui da grandi compositori, concerti e spettacoli affascinanti.
Adesso in scena con la “Cantata dei pastori” e a febbraio sarà Salvio Panza, protagonista con Nando Paone, al teatro Diana, del “Don Chisciotte della Pignasecca”, testo di Maurizio De Giovanni. Nel 1976 fu prepotente “matrigna” nella prima,magnifica edizione de “La Gatta Cenerentola” messa in scena a Spoleto da Roberto De Simone. Ma non solo, grande successo ha avuto la sua partecipazione al film di Ferzan Ozpetek “Napoli Velata“.

Giuseppe Barra nasce a Roma il 24 luglio 1944 e cresce a Procida, isola natia dei suoi genitori, Giulio fantasista e Concetta, attrice e cantante. Da giovane a Napoli frequenta varie scuole di teatro e dizione iniziando così la sua carriera di attore. Inizia a recitare lavorando nel teatro di ricerca con Gennaro Vitiello e subito dopo come professionista al Teatro Esse; successivamente entra a far parte della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Arriva poi il ghrande momento della partecipazione a Gatta Cenerentola. Nel 1980 vince il premio IDI Saint Vincent come attore e l’anno dopo il premio Maschera d’oro; partecipa inoltre al film La pelle in cui interpreta un sarto. Nel 1982 in occasione del Carnevale di Venezia, Maurizio Scaparro lo invita ad esibirsi in un assolo: nasce così Peppe e Barra, scherzo in musica in due tempi, dove compare la madre Concetta Barra, che da allora parteciperà a tutti gli spettacoli del figlio. Nasce anche la compagnia teatrale Peppe & Barra che nel 1983 incide un omonimo disco. Sempre nello stesso anno Barra interpreta Sancho Panza nei frammenti teatrali del Don Chisciotte, diventato poi uno sceneggiato. Agli inizi degli anni novanta Barra incide un disco come solista intitolato Mo’ Vene con cui vince la targa Tenco come migliore interprete per l’anno in corso. Nel 2002 dopo aver partecipato nel film Pinocchio di Roberto Benigni interpretando la parte del Grillo Parlante, riprende gli incontri con gli studenti nelle università. Nel 2003 scrive con Massimo Andrei una fiaba in lingua italonapoletana intitolata Le vecchie vergini, e al teatro Trianon rappresenta La cantata dei pastori.
“Ho imparato che il segreto per stare bene almeno con se stessi è sapere che “‘A vita è n’affacciata ‘e fenesta”. La devi aprire e poi la devi chiudere. Un po’ come si fa a teatro. Quando capisci questo cadono tutte le ubbie”.
Peppe Barra