Come ogni festività che si rispetti, anche Pasqua porta con sè quel mix di sacro e profano, che è tipico della tradizione partenopea, e dunque, partendo da ciò possiamo raccontarvi perchè a Napoli, e proprio il Giovedì Santo, si manga la zuppa di cozze!
Per quanto riguarda il lato cristiano, il giovedì sera (giorno che rappresenta il giorno dell’Ultima Cena) si celebra la Messa in Cena Domini (Messa della Cena del Signore), che dà solenne inizio al Triduo Pasquale, e che vede durante la Santa Messa celebrare il rito della della lavanda dei piedi, ripetendo quello che Gesù stesso fece dopo l’Ultima Cena. Era consueto inoltre, recarsi in chiesa facendo lo “struscio” ossia camminando per le strade della città in compagnia di amici e parenti approfittando della piacevolezza delle serate primaverili.
[amazon_link asins=’B01CQSOHS4,B074KBJNXK,B078HDYQH7,B00ILT598K’ template=’ProductCarousel’ store=’uyutiuiiu-21′ marketplace=’IT’ link_id=’46329cf5-31d4-11e8-b65f-19f9efdb2532′]
Il lato profano riguarda la tradizione culinaria napoletana, la zuppa di cozze, o più propriamente detta ‘a zupp’ ‘e cozzeche, che trova le sue origine al periodo di Ferdinando I di Borbone.

Il monarca, chiotto di frutti di mare e sopratutto di cozze,che aveva l’abitudine stesso lui di pescare, aveva l’abitudine di farle cucinare in maniera piuttosto sontuosa con una ricetta di sua invenzione (cozzeche dint’â connola). Il Frate domenicano Gregorio Maria Rocco, fece però promettere al regnante che almeno nella Settimana Santa, non avrebbe ecceduto nei peccati di gola, e quindi avrebbe evitato di consumare tale leccornie. Ferdinando, che non voleva in alcun modo rinunciare alle sue gustose cozze, trovò un sotterfugio per poterle continuare a mangiare, infatti, il sovrano ordinò alla propria servitù di cucinarle in modo semplice (cozze, salsa di pomodoro e olio di peperone piccante) più umile e più vicino alle istanze della Settimana Pasquale.
La notizia, che non tardò ad “uscire” velocemente fuori dalle mure del palazzo, diventò ben presto un rituale, prima per la borghesia e poi per il popolo che inizialmente sostituì le pregiate cozze del sovrano con le lumache.
Ogni giovedì santo quindi vanno rispettate tre cose: struscio, santa messa e zuppa di cozze.