La gobba dei cullatori di San Paolino: deformi in nome della religione

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La gobba dei cullatori
La gobba dei cullatori

Sono i cullatori, le persone che portano a spalla il Giglio. Sembra una cosa impossibile da sostenere, eppure la tradizione porta anche a questo. Più di cento uomini si caricano addosso il peso della struttura gigante in segno di devozione a San Paolino, patrono della città di Nola.

La festa dei Gigli di Nola, celebrata da più di 1600 anni è entrata anche nella lista del Patrimonio Unesco nella categoria patrimonio oale e immateriale dell’umanità. Le strutture in legno sono impressionanti: alte 25 metri e pesanti 25 quintali. Il Giglio viene portato a spalla per le strade della città dalla paranza (formata da 120 uomini), e reso ancor più pesante dalla presenza di bambini e musicisti che saltano sulle strutture.

Cullatori Gigli di Nola
Cullatori Gigli di Nola

Portare il Giglio è un segno di devozione e questa pratica porta anche alla deformazione del corpo dei cullatore che vede crescere sulle spalle dei calli, in alcuni casi enormi. La gobba dei cullatori è un vanto dei veri nolani e dimostrano la loro devozione e sacrificio fin da piccoli. In alcuni casi l’eccessiva crescita della “gobba di San Paolino” porta a delle infiammazioni che rendono indispensabile l’intervento chirurgico per eliminarle. Ma la grande devozione dei cullatori nella maggior parte dei casi li riporta sotto il giglio nolano e non manca chi si è operato più volte.

L’immagine più famosa nel mondo, presente in molti musei internazionali, è “Il Giocondo”, che rappresenta un cullatore che mostra la sua gobba. La famosa foto è stata realizzata da Antonio Busiello e l’uomo ripreso è un dipendete comunale meravigliato del tanto spudore mondiale. L’escrescenza sulla sua schiena e di circa 4 chili ed è mostrata con molto orgoglio poichè è considerata un dono del Santo.

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