Ogni città ha le sue tradizioni, i suoi costumi e le sue usanze. Tra queste categorie rientrano di diritto i giochi di società, esempio tipico di come cultura e divertimento abbiano viaggiato a braccetto nel corso dei secoli. Nelle metropoli italiane ce n’è una particolarmente legata ai giochi: Napoli. Oggi parleremo proprio delle discipline antiche e moderne che hanno fatto divertire milioni di partenopei nel corso della storia e di quelle che continuano a farlo ancora oggi.
Non possiamo non partire dalla Tombola, il gioco napoletano per eccellenza e tra i più antichi della tradizione natalizia. Nato nel lontano 1734 grazie alla volontà del re Carlo III di Borbone, il gioco si è mantenuto identico fino ai giorni nostri. In ogni partita si stabilisce il costo di una cartella e quello del tabellone. Una volta vendute le prime e il secondo si crea un montepremi che verrà diviso tra chi ottiene per primo un terno, una quaterna, una cinquina (rispettivamente tre, quattro e cinque numeri estratti sulla stessa riga) e una tombola, ovvero chi completa per primo una cartella. In alcune versioni alternative è possibile giocare anche per la decina (due righe coperte) o il tombolino, ossia il secondo giocatore in ordine di tempo a realizzare una tombola.
Del tradizionale gioco ne esiste una versione più moderna, il Sinco. Inventato negli anni ottanta del napoletano Emilio Salvatore, ha molti punti in comune con l’illustre antenato. Nel Sinco il numero massimo di giocatori è dieci. Ognuno di loro avrà a disposizione una cartella in cui sono presenti 25 carte napoletane. Vince chi completa per primo la propria grazie alle carte estratte dal banco.
Proprio le carte napoletane sono il simbolo della tradizione dell’intrattenimento della città. Entrate di diritto nella storia non solo di Napoli ma dell’Italia intera, queste permettono di giocare a innumerevoli giochi.
Tra i più famosi c’è senza dubbio la scopa. Giocabile in due o in quattro (in coppia) ma l’obiettivo rimane lo stesso: prendere più carte possibili fra quelle presenti sul tavolo e fare scopa, ossia togliere anche l’ultima in gioco con una carta dal valore equivalente. Di vitale importanza ricordare le giocate degli avversari e tenere il conteggio delle carte già uscite in precedenza. Una divertente variante è quella dell’asso “piglia tutto” in cui chi ha un asso può prendere tutte le carte sul tavolo.
Con in mano le carte napoletane la scelta non può che ricadere su un gioco adatto a tutte le età: il 7 e mezzo. Obiettivo del gioco, molto simile nei suoi meccanismi al blackjack, quello di totalizzare il punteggio di 7 e 1/2 o avvicinarcisi il più possibile superando contemporaneamente quello del banco. L’importante è non sballare, cioè non superare il 7 e 1/2. Pena la sconfitta automatica. Al gioco parteciperà anche lo stesso banco che dovrà realizzare uno score migliore di tutti i partecipanti.
Chiudiamo con un altro tradizionale gioco di carte, il tresette. Si gioca in quattro a coppie. Distribuite dieci carte a testa, chi ha il quattro di denari dovrà iniziare il gioco. Gli altri partecipanti dovranno scartare una carta dello stesso seme. Dopo ogni mano prende il tavolo chi ha giocato la carta più alta. Quando un giocatore finisce le carte dello stesso seme scarta una di quelle meno importanti per la sua strategia di gioco. Vince chi ha ottenuto più punti: nel conteggio finale le carte con valore sono le figure, l’asso, il due e il tre.
Dalle carte ai giochi da tavola il passo è brevissimo. E proprio la città di Napoli è diventata nel 2018 l’ambientazione di uno dei titoli di maggior successo mondiale: il Monopoly. Di versioni dedicate alle singole città ne esistevano solo in Gran Bretagna. Due anni fa gli sviluppatori di questo gioco da tavola dalla storia centenaria, scelsero proprio Napoli tra quattro città italiane (le concorrenti erano Roma, Firenze e Milano) per la prima edizione tricolore. E oggi è possibile spostare la propria pedina tra Via Brin, San Domenico Maggiore e Via Posillipo per trascorrere ore di divertimento assicurato.

Terminiamo la nostra rassegna con due dei più antichi giochi “da strada”: il pallamaglio e lo strummolo. Il primo ha molti punti in comune con polo e golf. Utilizzando una mazza con la testa a martello va colpita una palla di legno per farle compiere un tragitto prestabilito. Il secondo è molto simile alla trottola: si lega un cono di legno con punta di ferro a una corda e si cerca di farlo roteare il più possibile.