Mentre si susseguono sui social gli annunci di riapertura di tantissimi locali per il dare il via dal 27 Aprile alle consegne al domicilio, ci sono anche tantissime attività che hanno deciso di rimanere chiuse.
“Non riapriamo per non chiudere definitivamente”, questa è la frase che si rincorre sulle pagine ufficiali di tantissimi locali in Campania. Le misure indicate nell’ordinanza della Regione comportano una serie di attività di sanificazione e di prevenzione da parte di ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie ecc… In molti casi il tempo è poco per potersi allineare correttamente a tutte le misure previste dall’ordinanza.

Molti locali non sono improntati al delivery e quindi devono affidarsi a società esterne o munirsi di tutte le attrezzature adeguate per fornire un servizio secondo le norme emanate.
Ma riaprire per poche ore al giorno per effettuare consegne salverà i locali o li condannerà?
Questo è il quesito che ci poniamo in queste ore. Riaprire vuol dire far fronte e tante spese: personale, materie prime, utenze ecc… Le consegne a domicilio riusciranno a ripagare a tutto questo?
Mentre da un lato è apprezzabile la volontà di tanti imprenditori del food di riaprire le proprie attività, dall’altro potrebbe essere un rischio troppo elevato.
Soprattutto per quanto riguarda i bar e le pasticcerie, sono pochissime quelle che hanno deciso di riaprire in questa nuova modalità. I loro prodotti, infatti, si prestano poco alla modalità di consegna a domicilio. Quante persone potrebbero ordinare caffè, cornetti o dolci a casa?
Probabilmente in questa nuova dimensione si salveranno qualche pizzeria e pub che riusciranno a conquistare un buon numero di richieste per le consegne a casa.
Intanto fa molto discutere la scelta di Gino Sorbillo, che nei scorsi giorni ha aperto un acceso dibattito per l’apertura dei locali per consentire almeno la consegna a domicilio. Dopo aver dichiarato che avrebbe chiuso alcune delle sue pizzerie, licenziato i dipendenti e che l’unica alternativa era l’apertura dell’asporto, il pizzaiolo napoletano fa dietro front ed è tra i primi a decidere di non aprire!
La sua battaglia è stata per difendere la categoria? Ha voluto solo fa parlare di se? O si è reso conto che con la sola consegna a domicilio riaprire è un suicidio?
La storia di Sorbillo che si erge a paladino dei pizzaioli non convince molto e continua ad essere molto criticato e accusato di fare solo operazioni di marketing.
Di sicuro le attività che riapriranno il 27 aprile e riusciranno a vincere la sfida delle consegne a domicilio dovranno ringraziarlo, poiché senza le sue dichiarazioni probabilmente non si sarebbe evidenziata la necessità di riaprire con il delivery.