Quanno mammeta t’ha fatta
quanno mammeta t’ha fatta
vuo’ sape’ comme facette
vuo’ sape’ comme facette
Il nostro dubbio invece è come “facette” l’autore a comporre questa canzone, da cosa sarà stato ispirato? La musica tradizionale campana nasconde spesso dei significati profondi che solo in pochi conoscono. Molte canzoni considerate bellissime sono in realtà nate in modo semplice a conferma del fatto che l’arte non ha casta e non ha età. Comm facett mammeta, la canzone in questione è nata dall’incontro artistico tra un cameriere e un garzone che avevano un enorme talento innato. Ma non solo, come tutte le creazioni c’è bisogno di un’ispirazione ed in questo caso si trattava di un grande amore non corrisposto.
La canzone fu scritta nel 1906 da Giuseppe Capaldo, il cameriere di un ristorante di proprietà della famiglia, e musicata da Salvatore Gambardella, musicista autodidatta dal grandissimo talento che all’epoca lavorava come semplice garzone presso un fabbro. Insieme, i due crearono un capolavoro che ancora oggi è tra i più amati. Ad ispirare il testo a Capaldo fu Vincenzella , per cui l’uomo provava un grande amore, ma non corrisposto. Capaldo invio la sua canzone al comitato dei festeggiamenti per la Madonna del Carmine, e fu giudicata la migliore. L’autore molto soddisfatto per il successo si recò sotto alla finestra dell’amata, ma Vincenzella, non aprì mai le finestre. E diciamo che l’autore fu davvero sfortunato in questa storia, perchè non solo la donna gli negava il suo amore, ma addirittura sposo il fratello Pasquale, anch’egli cameriere nella trattoria di famiglia. Il povero Capaldo fu costretto a lasciare l’osteria perchè non sopportava la nuova situazione e convivenza.
La sua storia sfortunata però non finisce qui. Nel 1918, trovò lavoro in quello che era uno dei tempi della canzone napoletana di allora il “Caffè Tripoli”. In questo locale, lavorava una bellissima cassiera, ma molto scontrosa, e allora il giovane ci ricasca, si invaghisce di Brigida, così si chiamava la giovane, e per lei scrive “A’ TAZZA E’ CAFE’“, ma la cassiera lo respinge comunque.