Misteri e storie suggestive aleggiano intorno alla città di Benevento. Streghe: donne che con i loro incantesimi hanno segnato la storia e le leggende di questa città Campana. Ma perché si dice che a Benevento ci sono le streghe?
Secondo varie leggende proprio Benevento è il luogo prediletto dalle streghe italiane, la loro storia risale addirittura all’epoca romana, quando nella città del sannio si diffuse il culto della dea egiziana della magia Iside particolarmente cara a Domiziano il quale le fece edificare un tempio in suo onore. Il culto di Iside aveva messo le basi per una forte presenza del paganesimo che fu la religione di stato per secoli tanto che le caratteristiche di alcune streghe sono riscontrabili anche nelle divinità pagane. Pietro Piperno, nel suo libro “Della superstiziosa noce di Benevento” risalente al 1639 fece risalire la nascita della leggenda addirittura al VII secolo quando Benevento, capitale di un ducato del regno longobardo, era stata invasa da pagani che adoravano una vipera d’oro simbolo che entrava in correlazione col culto di Iside che era in grado di calmare e di dominare i serpenti.

I longobardi iniziarono una serie di rituali singolari che avvenivano nei pressi del fiume Sabato, fiume a loro sacro. Il rito consisteva nell’appendere la pelle di un caprone ad un albero, e correre con il cavallo attorno allo stesso. Durante questo girare si lanciavano lance per strappare porzioni di pelle che poi venivano mangiate. La popolazione cristiana di Benevento collegò questi rituali alle già diffusissime credenze riguardanti le streghe tanto che le urla venivano intesi come emanazione di riti orgiastici e il caprone era l’impersonificazione del diavolo.
I primi anni del Cristianesimo videro una durissima lotta contro i culti pagani che si stavano diffondendo a macchia d’olio dalle periferie alla città. Le streghe venivano viste come antitesi alla Madonna, dedite a riti di natura orgiasti e amiche del diavolo. Fu dopo l’anno 1000 che la leggende sulle streghe iniziò a prendere piede in Europa; durante uno dei tanti processi Matteuccia da Todi, processata nel 1248, affermò che le cerimonie si svolgevano sotto un albero di noce. Nel XVI la macabra scoperta di alcune ossa, probabilmente umana, ancora fresche alimentarono ancora di più le credenze popolari.
Ma come si riconoscevano le streghe?
Secondo l’iconografia classica le streghe usavano ungersi petto e ascelle con un unguento particolare prima di prendere il volo a bordo di una scopa. Tra le streghe, c’erano poi le janare che potevano incantare o sciogliere dai malefici. Ma queste avevano un segno distintivo, erano nate nella notte di Natale ed acquisivano il potere magico solo all’età di sette anni.
I sabba, o giochi di Diana, erano momenti in cui ci si univa carnalmente con spiriti e demoni che avevano forma di gatto o di caproni. Dopo questi riti le streghe erano pronte a seminare il terrore, che causava sofferenza, aborti o nascite di bambini con gravi deformità. Le streghe poi assunsero anche una forma incorporea più simile a spiriti, tanto che usavano entrare in casa da sotto la porta, proprio per questo si soleva mettere una scopa o del sale sull’uscio della porta. La scopa, simbolo fallico, contrastava la sterilità causata dalla presenza della strega, il sale era ritenuto, all’epoca, portatore di salute.